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29 OttIl Pil statunitense dà ragione a Trump: +3,5% nel terzo trimestre
Nonostante gli scricchiolii di Borsa, con gli investitori preoccupati di un rallentamento economico legato anche alle tensioni commerciali, la crescita economica statunitense si è rivelata più veloce del previsto nel terzo trimestre del 2018. A spingerla sono stati i consumi degli americani, che – dalla prima lettura del dato diffuso dal Dipartimento al commercio – hanno portato il Pil a crescere cresciuto al tasso annuale del 3,5%. Gli analisti si aspettavano un +3,4%.
Musica per le orecchie di Donald Trump, a una settimana dalle elezioni di metà mandato: secondo gli analisti, l’economia americana è in corsa per chiudere il 2018 con una crescita del 3% o superiore. E se lo facesse, si tratterebbe della prima volta dal 2005.
Il dato è peggiore del +4,2% del secondo trimestre del 2018, che era stato il migliore dal +4,9% registrato nel terzo trimestre del 2014 e era stato nettamente superiore al trimestre ancora prima, quando gli Usa avevano registrato un +2,2%. Nel quarto trimestre del 2017 c’era stato un +2,9%, nel terzo un +3,2%, nel secondo un +3,1% e nel primo un +1,4%.
La sola voce delle spese dei consumatori ha segnato una progressione del 4%, aumento maggiore dal 2014.
Il dato attuale conferma comunque la situazione ben diversa tra le due sponde dell’Atlantico: in Europa, i previsori professionali della Bce hanno appena tagliato le previsioni di crescita per il 2018 e 2019 e hanno lasciato invariate quelle per il 2020. Come emerso dalla cosiddetta “survey of professional forecasters”, il Pil dell’area euro si attesterà al 2% quest’anno (lo 0,2% in meno rispetto alle stime precedenti), all’1,8% nel 2019 (lo 0,1% in meno) e all’1,6% nel 2020 (stima invariata). Anche gli indicatori Pmi, che anticipano l’andamento economico, recentemente hanno segnato i minimi da oltre due anni.