giovedì
11 OttIl crollo della borsa di Wall Street scatena la bagarre tra Trump e la Federal Reserve
La Borsa di New York ha vissuto la peggiore giornata degli ultimi otto mesi. Un brusco cedimento su tutto il fronte degli indici principali. Il Dow Jones ha perso il 3,10%; il Nasdaq, il listino dei titoli tecnologici, il 4,08%; lo S&P il 3,27%. La seduta di Wall Street è finita in forte calo e sui minimi intraday, colpa di un sell-off dei titoli tech, di rinnovati timori per un aumento dei rendimenti dei Treasury e di un rischio di guerra commerciale tra Usa e Cina. Per il Dow Jones Industrial Average e l’S&P 500 è stata la giornata peggiore dall’8 febbraio scorso, quando i due indici entrarono in correzione (status definito da un calo di almeno il 10% dai record precedenti); per il Nasdaq Composite, bisogna tornare al giugno 2016 – quando ci fu il referendum dall’esito shock sulla Brexit – per avere una seduta così brutta. Il sell-off – già intenso – si è ampliato nell’ultima ora di scambi, quando le vendite si sono accentuate sul settore tecnologico (-4,77%), che ha vissuto la giornata peggiore dal 2011.
“L’economia americana è forte”: il calo sperimentato a Wall Street è una “correzione in un mercato al rialzo. È probabilmente salutare e passerà”. Lo afferma un funzionario della Casa Bianca commentando la giornata nera di Wall Street, la peggiore da febbraio. Il presidente Donald Trump, che è stato informato sull’andamento dei listini americani, non è preoccupato. Poco prima, Trump aveva duramente attaccato la Federal Reserve: «La Fed è impazzita, non abbiamo un problema di inflazione»
Va tenuto presente che la Borsa americana abbia guadagnato la bellezza del 45% in 20 mesi per un totale di 8.000 punti del Dow Jones. Il calo di questi giorni è probabilmente assimilabile a quello simile accusato a gennaio cioè causato dall’aumento dei tassi di interesse da parte proprio della Fed, motivato della forte crescita economica e aumento degli stipendi. La contrapposizione tra la Casa Bianca e la Fed guidata da Jerome Powell (per altro scelto da Trump) dura ormai da diversi mesi e tutto lascia pensare che proseguirà a lungo. I tassi ora sono attestati nella fascia tra il 2 e il 2,25%. Ma la Banca centrale ha già previsto un rialzo dello 0,5% per dicembre.