giovedì
23 AgoLa Grecia evita la bancarotta a caro prezzo: crisi profonda, salari bassi e disoccupazione al 20%
Atene è ufficialmente fuori dal terzo e ultimo piano di aiuti internazionali che ne hanno evitato la bancarotta e l’uscita dall’euro ma a costo di pesantissime riforme. E ora, come affermato a giugno dal premier Alexis Tsipras per la prima volta in cravatta, dovrebbe «tornare a essere un paese normale». Anche se questo non significa per il momento la fine della crisi economica e sociale che da quasi nove anni sta schiacciando il paese e ha abbassato pesantemente la ricchezza e il tenore di vita delle persone. I problemi per gran parte della popolazione restano gravi – disoccupazione, riduzione drastica di salari e pensioni, difficoltà per il settore della sanità, fuga all’estero di quasi mezzo milione di greci – e nelle parole del governatore della Banca centrale, Yannis Stournaras, resta «molta strada da fare» per risanare l’economia.
La Grecia da oggi camminerà sulle proprie gambe ma il governatore, che parla di effetti positivi delle misure draconiane imposte dai tre memorandum per il salvataggio, in particolare sulle liberalizzazioni e il costo del lavoro, avverte: «Non si deve tornare indietro» sugli impegni presi con i creditori nel corso dei tre salvataggi. Altrimenti i mercati – sui quali Atene dovrà ora contare per vendere i suoi bond e rifinanziare il debito – abbandoneranno» la Grecia. E questo, spiega, è particolarmente pericoloso perché «se c’è una forte turbolenza internazionale, sia in Italia, sia in Turchia, o nell’economia globale, noi affronteremo difficoltà a rivolgerci ai mercati, dato che il coefficiente di sensibilità dei titoli di Stato greci resta alto».