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19 AprIl pressing del Fondo Monetario Internazionale: “L’Italia introduca tasse sul patrimonio”
Meno tasse sul lavoro, maggiore sostegno alle fasce deboli e una costante riduzione del debito pubblico. Da finanziare tagliando la spesa corrente e spostando l’imposizione fiscale su “ricchezze, immobili e consumi“. Per l’ennesima volta da quando il governo Renzi ha eliminato l’Imu sulla prima casa, il Fondo monetario internazionale, dettando le sue ricette per una politica economica sostenibile, chiede all’Italia di spostare il peso del fisco dai fattori produttivi alle rendite. Anche, eventualmente, con una patrimoniale. Sullo sfondo, una cifra che dice molto: nel 2018 la Penisola dovrà rifinanziare un ammontare di debito pari al 20,6% del pil al quale va aggiunto un nuovo disavanzo pari all’1,6%, per un totale che equivale al 22,2% del prodotto interno lordo.
Il miglioramento delle stime di crescita da parte del Fondo monetario internazionale, reso noto martedì, non ha alleggerito il giudizio sull’Italia. Nel Fiscal Monitor, l’istituto guidato da Christine Lagarde spiega che quest’anno «alcuni paesi – come l’Italia o il Canada – dovrebbero mantenere una politica di bilancio neutrale, per poi riprendere il consolidamento nei prossimi anni».
In sostanza, niente nuovo deficit. In particolare, l’Italia dovrebbe dare la priorità a scelte che mettano il debito pubblico «su un solido percorso discendente».
Ma la ricetta proposta va molto più nel dettaglio. Per il Fmi serve «il taglio della spesa primaria corrente il sostegno alle fasce più deboli, l’aumento degli investimenti e la riduzione del carico fiscale sui fattori produttivi, spostando la tassazione verso la ricchezza, la proprietà e i consumi, ampliando la base imponibile».
Facile tradurre le indicazioni degli economisti di Washington in politiche concrete, tutte ben presenti ai legislatori italiani e al ministero dell’Economia. Patrimoniale, ritorno alle tasse sulla prima casa e aumento dell’Iva.