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5 AprUrbanistica, il caos delle iniziative regionali: servono regole organiche
Le norme che disciplinano il governo del territorio hanno un impatto diretto sullo sviluppo del Paese, condizionandone la modernità, il decoro, la sicurezza e, in generale, la qualità della vita dei propri cittadini. La necessità di un urgente intervento legislativo risulta evidente se solo si considera l’epoca di approvazione delle due norme attorno alle quali è stato costruito il predetto assetto normativo:
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la Legge urbanistica n. 1150 del 17 agosto 1942; e
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il Decreto Ministeriale n. 1444 del 2 aprile 1968, in tema di standard urbanistici.
A partire da tali fonti normative nazionali, lo scenario si è andato articolando, in maniera spesso disorganica, a livello regionale. Le singole Regioni, infatti, nell’esercizio della propria potestà legislativa concorrente, ai sensi dell’art. 117, comma 3, Cost., hanno emanato leggi di governo relative al proprio territorio senza un quadro di riferimento nazionale moderno ed organico, finendo per prevedere e sviluppare strumenti ed istituti in modo difforme l’una dall’altra.
Per fare solo alcuni esempi sugli sviluppi recenti:
In Sardegna, la fase di ascolto pubblica sulla legge urbanistica sarà avviata solo a partire dalla prossima settimana, ma intanto le forze politiche mediano in attesa del vertice di maggioranza che sarà convocato quasi di sicuro dopo lunedì 9. Un paio di giorni fa la commissione Governo del territorio ha ripreso l’esame del testo della Giunta, ma non degli articoli chiave del disegno di legge sui quali la coalizione non ha ancora trovato una linea comune, e che saranno analizzati solo alla fine tenendo conto degli input che arriveranno dai portatori di interesse. Il presidente della commissione, Antonio Solinas, ha già indicato l’obiettivo di portare al termine il lavoro entro il 15-20 aprile al massimo – anche in contemporanea con il dibattito sul testo promosso dall’Esecutivo – in modo da favorire l’approdo in Aula entro giugno.
In Emilia Romagna la nuova legge urbanistica regionale approvata nel dicembre scorso, “Disciplina regionale sulla tutela e l’uso del territorio” all’art. 4 prevede che fino alla scadenza del termine perentorio per l’avvio del procedimento di approvazione del nuovo strumento urbanistico (Pug), che dovrà attuarsi nei tre anni successivi all’entrata in vigore della legge, il Comune, può promuovere la presentazione di accordi operativi per dare immediata attuazione da parte delle previsioni contenute nei vigenti P.S.C.” Una legge contestata dalle opposizioni regionali, su tutte la Lega Nord, perché metterebbe al centro gli interessi dei privati, rischierebbe di ledere l’autonomia dei Comuni e potrebbe esporre gli enti pubblici ad una valanga di ricorsi perché secondo gli esperti potrebbe contenere profili di incostituzionalità.
In Val D’Aosta tra le novità introdotte dal disegno di legge in materia urbanistica e pianificazione territoriale c’è una semplificazione dell’iter delle varianti ai piani regolatori comunali e l’integrazione della procedura con il processo di valutazione ambientale strategica (Vas). Un provvedimento che modifica una serie di norme regionali. Tra i contenuti figura anche la revisione del procedimento per l’ottenimento del permesso di costruire; la precisazione dei termini di inizio e fine lavori; il riordino della disciplina relativa ai centri storici; l’accesso ai benefici volumetrici previsti nell’ambito della normativa del ‘Piano casa’ a un maggior numero di edifici.
È evidente che servano iniziative volte principalmente allo scopo di aggiornare il quadro normativo, semplificandolo in termini di contenuti, procedure e competenze, per ridurre il più possibile il rischio di sovrapposizioni e ritardi a livello burocratico.