giovedì
22 FebUn’altra tassa occulta nascosta nella bolletta della luce: dal 2019 rincaro del 9%
Si chiamano oneri di sistema, gravano sulle bollette della luce per circa il 20 per cento. Dentro c’è di tutto: lo smantellamento del nucleare, gli incentivi alle rinnovabili, la copertura delle agevolazioni tariffarie per i treni, il sostegno alla ricerca, la copertura dei bonus sociali per chi è in difficoltà e l’elenco va ancora oltre. Contestati, contestatissimi negli anni. Perché con la bolletta vera e propria non hanno nulla a che fare, perché non sono progressivi seguendo i reali consumi, perché sono sostanzialmente delle imposte che i venditori riscuotono e poi finiscono in vari contenitori destinati alle diverse finalità.
I detrattori ritengono che questi costi dovrebbero essere spalmati sulla fiscalità generale: invece fanno capolino nelle bollette, come se dovessero essere quasi nascosti. L’ultima beffa per i consumatori è contenuta e spiegata nelle ultime fatture. La conseguenza finale è che ci ritroveremo a pagare anche per i morosi, quelli che le forniture non le hanno pagate. Il passaggio non è così semplice e diretto, anzi, è una storia tutta italiana, una tempesta burocratica e giudiziaria, con tanto di aziende finite a gambe all’aria nel frattempo, con insoluti e fallimenti. Il risultato è però quello annunciato: i soldi che mancano, dovranno metterli i consumatori che pagano.
Ora, però, stando a quanto riporta Maddalena Camera su Il Giornale, ciò che non si sa è che dal 2019 oltre 15 miliardi, in gran parte incentivi per il fotovoltaico, potrebbero ricadere in maniera ancora maggiore sulle spalle degli utenti domestici. Prime e soprattutto seconde case sono bersagliate da accise che, già ora, rendono la spesa per l’energia, in alcune tipologie di bollette, inferiore a quella degli oneri di sistema.
«La riforma tariffaria, partita nel 2017, già da quest’anno finanzia in maniera più consistente gli sgravi alle aziende energivore pesando maggiormente sulla bolletta degli utenti domestici – spiega Massimo Bello presidente di Aiget, l’associazione che raggruppa 60 piccoli gestori di energia elettrica – ma l’Autorità per l’energia ha deciso di spostare al 2019 una parte dei rincari che noi come Aiget vorremmo cancellare». La riforma che dovrebbe entrare in vigore nel 2019 infatti porterebbe rincari, per 22 milioni dei circa 29 milioni di utenti domestici italiani, fino al 9%.
La questione principale nasce dalla necessità di finanziare gli impianti fotovoltaici realizzati dal 2005 al 2013, che usufruiscono del cosiddetto conto energia, un programma di incentivazione per la produzione di energia con questi impianti. E poi ci sono gli sgravi per le aziende energivore che a regime avranno circa 1,8 miliardi di risparmi. «Il problema – continua Bello – è che la remunerazione di queste voci di spesa pesa su tutti i consumatori domestici».
L’Aiget vorrebbe la cancellazione di questi incentivi che di fatto «ingessano» il mercato dell’energia elettrica, pur liberalizzato, dato che la concorrenza è difficile se praticamente la metà della bolletta che i consumatori pagano va in tasse (oltre agli oneri di sistema c’è anche l’Iva). Certo, il conto energia è arrivato in Italia tramite una direttiva europea approvata dal Parlamento ma nessun paese Ue ha messo remunerazioni tanto alte per gli impianti fotovoltaici che, oltretutto, producono solo l’1% dell’energia. Una scelta politica che si è tramutata in una ulteriore tassa nascosta, un po’ come le accise della benzina, da pagare in bolletta come il canone Rai voluto dal governo Renzi.