venerdì
22 DicUn corteo a Napoli per condannare le baby gang che emulano Gomorra
Napoli si ribella dopo le scomuniche dei procuratori antimafia come Federico Cafiero De Raho, Nicola Gratteri e Giuseppe Borrelli, che hanno accusato la fiction di proporre modelli criminali in grado di esercitare fascino sulle giovani generazioni; e soprattutto dopo la bestiale aggressione ad Arturo, il 17enne pugnalato 20 volte nella centralissima Via Foria. Pugnalato alla schiena, al torace e alla giugulare. Vivo per miracolo, ma non del tutto fuori pericolo. È ricoverato in gravi condizioni nell’ospedale San Giovanni Bosco. I medici hanno detto che se le lame, brandite da quattro giovanissimi, tuttora ricercati dalle forze dell’ordine, fossero affondate di altri due millimetri nel collo, sarebbe morto dissanguato. Così, come un animale.
E stamattina, appunto, i compagni di classe di Arturo, gli insegnanti del liceo «Cuoco», madri e genitori e i rappresentanti del mondo dell’associazionismo, del sindacato e semplice gente comune si ritroveranno in Piazza Miracoli per poi fare tappa su Piazza del Plebiscito. Una marcia contro quello che il questore di Napoli ha definito «stile di vita gomorroide».
Un corteo per accendere un faro sul fenomeno delle baby gang e dei criminali minorenni che sono diventati il vero allarme sociale in una città dove i vecchi clan hanno lasciato il posto a schegge impazzite. Ed è proprio la fiction Sky sceneggiata da Roberto Saviano la grande accusata di questa degenerazione. In una riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica se n’è addirittura parlato tra forze dell’ordine e investigatori. Dopo le puntate, aumentano le «stese» nei vicoli della città, aumentano le sparatorie tra i passanti.