martedì
24 OttIl conflitto d’interessi nel Tribunale brasiliano che potrebbe salvare (ancora una volta) Cesare Battisti
È (di nuovo) scattata l’ora della verità per Cesare Battisti. A partire dalle 18 ore italiane, il Supremo Tribunale brasiliano (STF) dovrebbe decidere se concedere l’habeas corpus preventivo, ossia la libertà che chiunque può reclamare quando teme l’arresto ancor prima che esso avvenga. Il condizionale però è d’obbligo, dacché i legali dell’ex terrorista rosso stanno già da giorni lavorando all’ennesima difesa volta a rimandare la sentenza a data da destinarsi. E l’incomprensibile conflitto d’interessi che caratterizza l’STF potrebbe venire in loro aiuto.
Secondo il giudice in pensione Walter Fanganiello Maierovitch – già zar anti-droga e presidente dell’Istituto brasiliano Giovanni Falcone – dei 5 giudici che compongono la prima sezione della Corte Suprema che oggi potrebbe decidere il futuro di Battisti, uno sicuramente non voterà. Si tratta di Luis Roberto Barroso, che è stato l’avvocato difensore principe dell’ex membro dei Proletari Armati per il Comunismo non più tardi di una decina di anni fa. Questo conflitto d’interessi complica la situazione perché rende possibile che il risultato finale possa essere di parità, ovvero 2 a 2. In tal caso vale la norma giuridica in dubio pro reo e, dunque, Battisti otterrebbe la libertà preventiva, complicando ulteriormente l’estradizione all’Italia.
In più, c’è la carta della pietas giocata da Battisti, che senza mezzi termini ha detto: “Nel caso in cui fossi estradato in Italia, gli agenti penitenziari italiani hanno detto che mi uccideranno. Ho paura della violenza fisica e dell’odio alimentato in tutti questi anni da una parte dei media e dalle forze politiche italiane”.